Reato Politico - Finanziaria, tagli alla scuola ma non alle spese militari

di Mila Spicola, insegnante temi.repubblica.it/micromega-online/scuola-meno-8-miliardi-armi-piu-4-miliardi/

Non mi attirerò le benevolenze di nessuno, nè dei nemici di destra e nemmeno dei miei di centrosinistra, perchè ce n'è anche per loro. Soprattutto per loro direi. Vista la spocchia moralista. Ma tant'è: persi per persi, meglio avere la schiena dritta.
La legge finanziaria 2009, approvata il 19 dicembre scorso dal Parlamento Italiano stanzia almeno 4 miliardi per gli investimenti nel settore della Difesa, il 6% in meno del governo Prodi, ma pur sempre 4 miliardi di investimenti, laddove alla scuola ne sono stati tolti 8.
Sembrerebbe di avere un nemico alle porte, un 'invasione armata dalle parti della Svizzera, o della Francia.
E invece no.  Ma come dicevano gli antichi: si vis pacem para bellum. E quindi pariamo il colpo, noi che di scuola ci perdiamo la salute...
I manager dell’industria bellica non possono lamentarsi: sono previsti minori finanziamenti complessivi rispetto a quelli stanziati dal precedente Governo Prodi, ma la legge non li penalizza poi più di tanto.
La Difesa ha superato solo con un meno 6% le sforbiciate di Tremonti, che hanno tagliato 8 miliardi di euro alla scuola nel prossimo triennio.
Puniti sono soprattutto i militari (comprese forze armate e forze di polizia). Non l'industria: quella no, affatto. Anzi.
Vista la scarsa trasparenza in materia è un’operazione difficile quantificare con previsione la spesa in investimenti militari.
Mi è parso di capire, dopo aver studiato qualche sito e aver chiesto, che essa è divisa in diversi fondi, per lo più del ministero per lo sviluppo economico, che finanzia la parte dei programmi di ammodernamento più importanti.
La Finanziaria del nostro Tremonti, sempre quella che ci ha dissanguato le scuole e ci impedisce di pagare i supplenti e ci obbliga a dividere i ragazzi nelle altre classi, a spegnere i riscaldamenti tre giorni sì e tre giorni no. Insomma, quella finanziaria medesima prevede un incremento di un miliardo per ciascuno degli anni 2010 e 2011 per il Fondo realizzazione programmi investimento pluriennali nell’industria nazionale ad alto contenuto tecnologico. Tale fondo istituito da Prodi nel 2008 ammontava a 1,2 miliardi e nel 2009 è stato ridotto da Tremonti a 1,017 milioni.
Poca roba se pensiamo che li hanno tolti agli straordinari delle forze dell'ordine e non certo alla produzione e all'acquisto di armi. Settore che non ha conosciuto la crisi. Anzi. Cresce cresce. Consiglierei ai precari della scuola di investire in una bella fabbrichetta di polvere da sparo piuttosto che in master e specializzazioni. E vedi sopra: si vis pacem para bellum... più guerra di così: la scuola l’hanno decimata.
Leggo anche di Finmeccanica: per il programma di coproduzione italo francese per le fregate navali militari Fremm è prevista una rimodulazione della spesa, con un incremento dello stanziamento di 239 milioni di euro, e la previsione di ulteriori stanziamenti di 305 milioni sia nel 2010 che nel 2011. Anche i programmi aeronautici sono stati incrementati: per l’Eurofighter stanziati 500 milioni a carico del ministero per lo sviluppo economico. A queste sono da aggiungere le spese per le missioni militari all’estero, pari a un miliardo l’anno.
Nello stesso tempo è da rilevare che la Finanziaria ha anche cancellato lo stanziamento di due milioni di euro previsto per lo sminamento, cioè la bonifica dei territori dove sono presenti le mine antipersona, che in passato l’Italia, maggiore produttrice di questi allegri aggeggi, ha venduto a numerosi paesi in guerra. E sempre la finanziaria 2009 riduce inoltre drasticamente i finanziamenti alla cooperazione allo sviluppo. A nulla sono serviti gli appelli lanciati nei mesi scorsi: la cooperazione quest’anno dovrà tirare drammaticamente la cinghia, ed è a rischio anche il servizio civile. Il Governo Berlusconi sembra voler considerare l’industria militare come una sorta di volano: la ripresa economica sarà sostenuta dalle spese per le armi. Capito? Non la scuola, non la ricerca, non l'innovazione. Come sembrerebbe logico, e come è logico in ogni paese occidentale. Bensi: armi. Come in un paese in guerra dell'oriente islamico o in uno devastato dalla guerriglia terroristica. In effetti c'è da dire: guerra alla crisi. E con quali armi migliori se non la produzione di armi, avrà pensato il nostro solerte ministro? Un tempo ci distinguevamo per la cappella Sistina oggi per la Beretta 46.
Durante l’iter della legge finanziaria nessun onorevole o senatore (nè di centrodestra nè di centrosinistra) ha proposto di ridurre le spese per gli armamenti. Le spese militari sono uscite dalla discussione dell’agenda politica, in perfetto stile bipartisan, anzi Pdl e Pd hanno fatto a gara nell’affermare gli insufficienti stanziamenti per le forze armate. Eppure in tempi così difficili riducendo le spese per le armi si potrebbero, ad esempio, ne dico una tra le prime che mi vengono in mente, trovare le risorse per investire nella scuola e nell’università.

A voi i commenti.

(18 febbraio 2010)

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